martedì 26 luglio 2011

Facili gufi

Anche un bambino poteva prevedere quanto sta accadendo. Sotto trovate un articolo assieme a Lanfranco Turci uscito oggi (26 7) su Il riformista. Vi segnaliamo anche sua versione più lunga in inglese apparsa oggi su uno dei più seguiti siti di economisti eterodossi nel mondo: http://www.networkideas.org/news/jul2011/news26_Sergio_Cesaratto.htm.
La cronaca della giornata ha spunti interessanti, se non fossero tragici. Su Il Sole di stasera si legge, fra l'altro:


<<La festa post-vertice è durata meno di quanto si sperava, dice al Ft un analista. E i rendimenti dei bond decennali italiani e spagnoli sono saliti più drasticamente rispetto al trio dei Paesi interessati dal salvataggio. ...'Pensavate fosse finita? Un terzo salvataggio greco è solo questione di tempo. Preparatevi ad altri aspri litigi su chi deve pagare', avvisa Nils Pratley sul Guardian sotto il titolo "Contagio non arginato nell'eurozona".
L'accordo raggiunto a Bruxelles giovedì scorso appare sempre più debole man mano che passa il tempo, osserva il Guardian. I rendimenti dei bond spagnoli e italiani sono tornati a livelli "semplicemente insostenibili" per lunghi periodi. "Come sarebbero difese Italia e Spagna in pratica?", si domanda Pratley. Al fondo salva-stati - Efsf – sono stati dati "i poteri per intervenire ma non più soldi>>
Già, aggiungiamo noi. E parte dei soldi che ha glieli danno i medesimi paesi indebitati che il fondo dovrebbe salvare!<<La decisione dell'Italia di cancellare un'asta titoli a metà agosto potrebbe però "allentare la tensione" sui rendimenti italiani il mese prossimo. > >
o aggravarla... l'Italia ha paura di andare sul mercato.<<I costi di finanziamento per Italia e Spagna "flirtano con il 6%" e anche se un tasso di interesse intorno al 6% non compromette criticamente le finanze dei due Paesi, è considerata "una soglia psicologica importante".
Il vero pericolo – osserva il Wsj – sta nella fascia tra il 7% e l'8%: a quel livello, secondo economisti e analisti "potrebbe diventare insostenibile l'emissione di nuovo debito".> >
dunque il default è dietro l'angolo.
<< Gira sui siti web (in particolare su quello del Washington Post) una video-intervista di Bloomberg Television all'economista di Deutsche Bank Gilles Moec: un eventuale salvataggio italiano "richiederebbe l'intervento della Bce".>>
Già, ma too little, too late. E' ora che la BCE deve intervenire. Martedì 12 voci di un suo intervento furono sufficienti a placare la speculazione. Le banche centrali sono state inventate per questo. O facciamo un'altra inutile manovra, Presidente Napolitano?
Comunque, complimenti a Elysa Fazzino l'estensore dell'articolo del Sole.
Accordo europeo: più ombre che luci (Il riformista 26 7 2011)
Sergio Cesaratto Lanfranco Turci
Che giudizio dare dell’accordo europeo di “salvataggio della Grecia” stipulato giovedì 21 giugno? Agenzie di rating e borse già han dato il loro: Moody’s ha tagliato di nuovo il rating della Grecia mentre gli spread fra BTP italiani e Bund tedeschi permangono a livelli insostenibili. L’ennesimo accordo europeo e la manovra italiana non sembrano averci portato benefici di sorta.
I punti dell’accordo sono: A) coinvolgimento del settore privato nell’alleviare i debiti della Grecia; B) l’estensione dei compiti del European Financial Stability Facility (EFSF). Tralasciamo il retorico accenno a un piano Marshall per la Grecia - put your money were your mouth is, direbbero gli inglesi.
Il primo punto era volto a tranquillizzare il Parlamento tedesco. Le banche hanno allungato la scadenza dei loro crediti e accettato qualche taglio che, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, pare gravare per metà sulle stesse banche greche. Venendo al punto più rilevante, lo EFSF creato nel 2010 (e lo European Stability Mechanism-EMS dal 2013) sono fondi finanziati dai governi europei. Lo EFSF già ha elargito prestiti a Grecia, Irlanda e Portogallo (GIP). Ora ne elargirà degli altri alla Grecia, allungati nella scadenza e con tassi più bassi (3,5%) - cosa in sé positiva. Dovrebbe inoltre intervenire - non si sa con quali risorse - nei mercati per calmierarli qualora si scateni una tempesta speculativa sui titoli sovrani. Uno studente di economia obietterebbe: ma questo è compito della banca centrale! Già. In effetti alla BCE rimarrà il compito di decidere quando lo ESFS dovrà intervenire mentre il come rimane indefinito, vi lasciamo immaginare il tutto con quale tempestività Ma, soprattutto, in un mondo normale la banca centrale è strumento dei governi, qui si sono invertiti i ruoli. L’intervento sarà poi subordinato a condizioni restrittive decise da non si sa chi: così abbiamo firmato l’ennesima cambiale in bianco. Infine lo EFSF sosterrà il capitale delle banche e garantirà il valore dei titoli sovrani greci qualunque cosa dicano le agenzie di rating, sicché la BCE potrà continuare ad accettarli in cambio della liquidità necessaria alla sopravvivenza delle banche greche. Così, ancora, saranno i governi a sostenere i titoli pubblici posseduti dalla banca centrale e non questa a sostenere i titoli dei governi. Avendo sfidato le leggi di gravità creando l’euro con una BCE solo vincolata al controllo dell’inflazione senza un politica fiscale espansiva comune, gli europei continuano nelle bizzarrie.
Ma tutti questi impegni sono un passo in avanti, o no? Assolutamente no. EFSF e ESM hanno un difetto congenito: a mettere i soldi sono anche paesi indebitati come Italia e Spagna. Quindi ogni lira che l’Italia presta alla Grecia mentre procrastina il suo redde rationem, aggrava la situazione debitoria italiana e relativo redde rationem. Se per alleviare il debito di un fratello, un altro si indebita, i mercati capiscono che quella famiglia è inaffidabile. E fra il comico e il tragico l’Italia deve ora indebitarsi al 5 o 6% per prestare ai GIP al 3,5%. Un noto sito irlandese, Irish Economy, giubilava per cotanto regalo dal nostro”comico” presidente del consiglio.
Tirando le somme. Vera vincitrice è stata la BCE. Essa si è definitivamente sottratta al compito, proprio delle banche centrali di tutto il mondo, di sostenere il debito sovrano per inseguire i propri fantasmi inflazionistici. Tabellini e altri sul Sole, e diversi articoli sul NYT e Financial Times lo sottolineano (vedi http://politicaeconomiablog.blogspot.com) ricordando che le banche centrali sono state inventate proprio per frenare le crisi finanziarie e appare assolutamente improprio che tale ruolo sia attribuito all’EFSF, con improbabili capacità e risorse. Ogni pur meritevole passo di europeizzazione del debito, non può reggere senza la stampella della BCE.
L’accordo di giovedì  rappresenta dunque un passo falso, se non un passo indietro nella soluzione della crisi poiché avalla l’arroccamento della BCE nella posizione di mero guardiano del’inflazione e del mercantilismo tedesco, e non di banca sovrana degli stati europei.


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